Linux Day 2019 ha ancora senso così com’è impostato? Considerazioni e proposte
- Ottobre 13, 2019
- by
- Enrico Alletto
Premessa: questo post è rivolto principalmente a tutte le persone che come me amano il sistema operativo del pinguino e il Linux Day.
Cos’è il Linux Day
Il Linux Day “… si rivolge principalmente al grande pubblico … ha lo scopo di promuovere l’uso e la conoscenza del sistema operativo Linux e del software libero“. Tratto da qui
Fin dal 2001 la manifestazione è organizzata da chi ne sa o sta imparando verso chi non sa e desidera imparare.
Il tema dell’edizione 2019
Nella pagina del principale sponsor del Linux Day troviamo la dichiarazione di Roberto Guido, Presidente della Italian Linux Society « Il Linux Day, giunto alla diciannovesima edizione, quest’anno viene dedicato all’Intelligenza Artificiale … Benché gran parte del software usato per implementare algoritmi di machine learning e deep learning sia libero e Open Source, questo software è inutile senza grandi moli di dati da cui estrapolare modelli e previsioni … assunto che il software libero oggi è pervasivo e dominante in molti settori, l’attenzione della community legata alle libertà digitali e allo sviluppo collaborativo dovrebbe ora estendersi verso le nuove frontiere della condivisione della conoscenza. » Qui la dichiarazione integrale
Già da alcuni anni ho la sensazione che il Linux Day sia in crisi soprattutto sotto il profilo dell’identità.
Dopo aver letto motivazioni e tema di quest’anno non ho potuto fare a meno di pensare che questa volta è po’ tirato per i capelli.
Non vorrei essere frainteso, l’argomento è molto “caldo” e merita di essere approfondito, ma al Linux Day? Se ci atteniamo allo scopo principale sopra citato la risposta più logica sarebbe no!
E’ sufficiente ricercare la frase “intelligenza artificiale conferenza” per imbattersi in eventi di ogni tipo in cui le parole Linux ed Open Source non sono quasi mai citate.
Il Linux Day è il crisi?
Per quale motivo il tema “centrale” del Linux Day 2019 è così tanto fuori target rispetto allo scopo originale per cui nasce la manifestazione? I seminari più tecnici esistono da sempre al Linux Day ma, almeno nell’impostazione nazionale, sono una integrazione del messaggio principale.
Che l’interesse verso il Linux Day sia in crisi ce lo dicono i numeri estrapolati dalle precedenti edizioni. Le città aderenti sono in calo costante da 119 nel 2012 fino a 77 nel 2018.
Ma che il Linux Day sia in crisi se ne sono accorti anche gli organizzatori locali e nazionali che nel pomeriggio di sabato 24 marzo 2018 si sono riuniti in un incontro pubblico e aperto di confronto coi LUG. Quattro le proposte iniziali sottoposte:
- continuare a svolgere il Linux Day così come è
- sopprimerlo e confluire nel Software Freedom Day
- organizzarlo non più su base autonoma locale ma su base strutturata regionale
- eliminarlo in toto
Durante la discussione è emersa la volontà di conservare il modello attuale, imputando il declino del Linux Day ad una generalizzata crisi dei LUG. Qui il report completo. La discussione è proseguita nel 2019.
Il problema è solo organizzativo?
Secondo quanto emerso durante l’ultima assemblea di ILS la soluzione risiederebbe nel far convergere in Italian Linux Society le associazioni ed i gruppi informali locali di promozione e supporto a Linux, al fine di accentrare e semplificare gli aspetti burocratici ed amministrativi pur mantenendo lo status di associazione e godendo dei vantaggi offerti dalla Riforma del Terzo Settore. Vedi qui
Benché la strada intrapresa è senza dubbio sensata mi pare manchi una presa di coscienza del cambio culturale in atto che condiziona gli utenti finali.
Microsoft da oltre un anno è entrata come Premium Member nella Open Source Initiative (organizzazione internazionale dedicata a promuovere software open source), ha portato Linux su Windows con WSL (Windows Subsystem for Linux), ha rilasciato Skype e Powershell in formato Snap e molto altro.
Il cambio di rotta è così evidente che lo stesso Linus Torvalds (il papà del Pinguino) si è recentemente espresso tutto sommato in maniera positiva rispetto al nuovo approccio della casa di Redmond nei confronti di Linux e dell’Open Source.
Infine, l’approccio radicale del guru per eccellenza Richard Stallman pare avere definitivamente i giorni contati soprattutto dopo la sua uscita dal MIT e dalla Free Software Foundation.
Personalmente l’ho ascoltato una volta a Genova ed ho letto alcune sue uscite quanto meno infelici come per esempio “disistallate e cancellate Ubuntu… vi spia” o la ben peggiore “Jobs, contento che se ne sia andato” eccetera eccetera, e devo dire che la mia opinione in merito è abbastanza delineata.
Qualche proposta agli organizzatori
La prima proposta che mi sento di fare è quella di non cambiare una virgola di quanto scritto nella versione sintetica delle Linee Guida per organizzare il Linux Day. Personalmente le amo e ne condivido da sempre i principi, mentre i dettagli si possono affinare. Non credo comunque che il problema sia lì.
La seconda è molto pratica: perchè non raccogliere una lista di buone pratiche locali e condividerle sul sito nazionale con descrizioni e riferimenti?
La terza è quella di abbandonare l’integralismo alla Stallman, per esempio prendendo atto che esistono nuove sinergie tra i sistemi operativi. Oppure smettendo di sostenere “in toto” nei confronti dell’utente medio che Linux è migliore di Windows.
La quarta è puntare sulla “filosofia” e migliorare la comunicazione in questo senso: “Io uso Linux perché credo che sia giusto“, per esempio perché è mediamente più sicuro e soprattutto perché “non mi spia“.
Infine, potenziare un tema come il recupero di PC datati, da sempre poco considerato dalla comunità, consentirebbe di raccordarsi per esempio con l’economia circolare o con le scuole.
A Genova ci stiamo provando. Quest’ultimo potrebbe essere un punto di forza da non sottovalutare nell’ottica di un rafforzamento della promozione del sistema operativo Linux verso “il grande pubblico”, ma sicuramente si può (e si dovrebbe) fare molto di più!
Spero si apra un dibattito sull’argomento magari tirando dentro qualche big nazionale! Mi interessano opinioni e pareri anche parecchio discordanti dal mio, con serenità, parliamone!
Questo secondo post non era previsto, ma dopo aver ricevuto molti commenti e spunti di discussione ho provato a farne un riepilogo e ha riformulare le mie proposte per ripartire.
5 commenti
fgianneschi
17th Ott 2019 - 23:28Non condivido del tutto l’articolo e invito a leggere anche il seguente (purtroppo un po’ lungo) perché tratta argomenti simili che vengono sfiorati e c’è sostanzialmente un’altra -durissima- campana (il ruolo dell’open source vs software libero, Microsoft, le figure di Stallman e di Torvalds):
http://techrights.org/2019/09/06/rms-track-record/
Detto questo, umilmente da ultimo arrivato nei LinuxDay, ritengo che:
1) il LinuxDay, come i LUG, risente della crisi degli user group. Sono entità nate a cavallo tra la fine dei ’90 e i primi anni 2000, che hanno subito il colpo prima dei blog e ora dei social. Il grosso delle discussioni e dell’aggiornamento avviene ormai direttamente lì, online. Siamo tutti d’accordo che vedersi di persona è un’altra cosa, ma la realtà è che a questi eventi locali ci va sempre meno gente (parlo dell’Italia, a meno che non ci siano in palio crediti formativi 🙁 );
2) ciò influisce anche sul ricambio generazionale di coloro che tirano la carretta;
3) in tutto il mondo c’è invece un fiorire di conferenze di taglio medio-grande, conferma che ormai occorre proporre eventi di un certo spessore, altrimenti la gente se ne sta a casa (vedi 1);
4) Nell’immaginario dei non esperti, Linux è ancora troppo associato al desktop. Le vendite dei PC sono in calo verticale da anni e la maggior parte dei giovani (delle persone!) usa principalmente smartphone o tablet. Va da sè che spiegare come installare una distribuzione o parlare di GNOME susciti poco interesse, perché sono situazioni troppo distanti dal loro uso quotidiano. Non è più un immediato e semplice Windows vs Linux.
Ci sarà sempre e comunque un minimo di pubblico tecnico interessato, ma bisogna vedere se ne vale la pena. I motivi potrebbero essere ancora molti.
Però bisogna anche accettare, come abbiamo fatto noi del Java User Group Sardegna molto dolorosamente, che nulla è eterno e che anche queste iniziative hanno un ciclo di vita: devono vivere nel loro tempo, evolversi, oppure morire.
Ciao
Fabrizio
P.S.: La soluzione non ce l’ho. Se ce l’avessi, il ns JUG sarebbe ancora in piedi.
Enrico Alletto
18th Ott 2019 - 07:00Grazie del graditissimo commento Fabrizio (erano anni che non ne vedevo uno sul blog 🙂 ) Ti segnalo che c’è anche una discussione su Twitter legata a questo post che trovi qui https://twitter.com/Enrige/status/1183690278756069376 Dopo il Linux Day provo a tirare le fila ed a scrivere un’altro post che raccoglie gli interventi come il tuo.
fgianneschi
18th Ott 2019 - 17:29Ho pensato anch’io che ormai i commenti sui blog sono scomparsi. I social li stanno uccidendo, e proprio per quello ho preferito farne uno.
madbob
21st Ott 2019 - 12:44Post di risposta, riferimento a futura memoria: https://madbob.wordpress.com/2019/10/14/crisi-permanente/
Crisi Permanente | MadBob
26th Dic 2019 - 23:35[…] pro-linuxara meritevole di replica e risposta. Colgo l’assist offerto da Enrico Alletto su questo post (e veicolato con questo tweet) per sviscerare qualche considerazione macroscopica legata al Linux […]