iOS 14: Apple punta sulla privacy
- Agosto 21, 2020
- by
- Enrico Alletto
Viviamo in un’epoca dove i nostri dati personali assumono sempre più valore, ma contemporaneamente diventa sempre più difficile proteggere queste informazioni dalle insidie del mondo digitale.
Il primo passo è sicuramente quello di saper individuare alcune modalità per la protezione della propria privacy. Anche perché Il problema della rivendita dei dati personali è più che mai attuale.
In questo contesto Apple ha deciso di fornire ai suoi utenti nuovi strumenti pensati per proteggere i dati personali su smartphone con le nuove funzioni di iOS14.
Vendita dei dati personali e privacy
Recentemente Avast, famosa compagnia di Antivirus, è stata accusata di vendere i dati della cronologia di ricerca dei propri utenti a società come Google, Expedia, Microsoft, Loreal, e tante altre. I Big Tech hanno comunque quasi tutti smentito la collaborazione, ma la notizia è un esempio di quanto i nostri dati siano merce preziosa a cui prestare particolare attenzione usando al meglio gli strumenti disponibili.
Le azioni di aziende come Avast, se confermate sicuramente sono non corrette dal punto di vista etico, ma in molti casi lo sono sotto il profilo legale. Infatti, ogni volta che accettiamo i termini condizioni di un servizio o applicazione, spesso ci sono clausole che avvertono gli utenti sul (reale) utilizzo che dei loro dati. Ma quanti di noi leggono questi contratti o sono a conoscenza del mercato dei big data?
Dispositivi mobile e privacy con iOS 14
Ecco perché è sempre più importante avere le giuste competenze digitali, e conoscenze, per saper affrontare questi argomenti e trovare soluzioni efficaci (anche se nel nostro Belpaese il livello di competenze digitali rimane ancora troppo basso). Da Settembre 2020, data di uscita di iOS 14 per iPhone ed iPad, gli utenti della Mela avranno molte possibilità in più per difendere la privacy dei loro dispositivi mobile.
Le nuove funzioni di iOS 14 intendo fornire informazioni agli utenti sul mercato dei big data, pubblicità invasive, strategie di marketing aggressive, cookies per tracciare ogni nostra attività, email di spam, telefonate dai call center: il mondo della pubblicità spesso e volentieri ne inventa sempre una per raccogliere i nostri dati personali.
C’è chi si difende da queste insidie affidandosi alla sicurezza di una rete VPN con crittografia a 256 bit, per navigare tenendo le proprie informazioni lontane da occhi indiscreti, sia da PC, sia da Smartphone, questa soluzione non è però oggetto di questo post.
Etichette per le app con iOS 14
Apple ha deciso di combattere la rivendita di informazioni personali con alcune funzioni introdotte nella beta pubblica di iOS 14. Infatti, per informare gli utenti su come le app gestiscono i dati personali, è stata introdotta una sorta di “etichetta” per ogni app, fornita dagli sviluppatori di queste ultime.
Se al supermercato le etichette dietro ai prodotti alimentari ci informano sui valori nutrizionali e sul luogo di produzione, le etichette per le applicazioni ci mostreranno, secondo i progettisti di Apple, un riassunto della privacy policy:
- Sapremo quali dati l’app raccoglie su di noi
- I metodi con cui la nostra attività è tracciata all’interno di quell’app
- Se sono presenti servizi di terze parti (circuiti pubblicitari, data broker) che raccolgono i nostri dati
- Come vengono usati i dati raccolti
In questo modo gli utenti potranno fare una scelta informata e dovranno fornire il loro consenso all’app per il tracking pubblicitario. Se l’utente invece nega il permesso, l’app non potrà raccogliere dati sull’utente e la sua attività.
iOS 14: un freno alla circolazione di dati personali
Geolocalizzazione e pubblicità: l’intenzione di Apple è di metterci decisamente un freno. Tra i dati personali più esposti quando usiamo uno smartphone, rientra sicuramente la propria posizione. Conoscere l’esatta posizione di un utente (e dei suoi spostamenti), significa poter mostrare a quel determinato utente pubblicità mirate di attività o servizi nelle sue vicinanze.
Ma tracciare ogni nostro spostamento è chiaramente una violazione della nostra privacy ed Apple ha deciso di offrire dei metodi di difesa per queste tipologie di tracking aggressive. Per ogni app che richiede di tracciare la posizione di un iPhone o iPad, l’utente ha l’opzione di negare l’accesso alla “posizione esatta” ma di offrire la “posizione approssimativa”. Cosa significa? Piuttosto che consegnare la posizione esatta all’app, iPhone comunicherà una zona all’interno della quale si trova il dispositivo: si tratta di un cerchio con un area pari a circa 15 km quadrati.
Questa area verrà impostata a partire da un monumento o luogo pubblico importante nelle vicinanze dell’iPhone. Il dispositivo potrà trovarsi ovunque all’intero di questa zona. Perciò se per esempio cerchiamo un ristorante in zona, sicuramente troveremo ristoranti pertinenti alla nostra ricerca (cioè presenti in questa area approssimativa).
Ma le app che vogliono tracciare la nostra posizione esatta, non avranno la più pallida idea di dove ci troviamo esattamente o quali sono i nostri spostamenti precisi. Nuove notifiche per la privacy di iOS 14: Clipboard, Fotocamera e Microfon.
Se un’app attiviverà la fotocamera o il microfono di un iPhone, un indicatore sullo smartphone si accenderà per segnalare l’utilizzo in corso.
Alcune app accendono la fotocamera “per sbaglio”
Questa funzione risulta ancora più interessante se si considera che durante la beta pubblica di iOS 14, è uscito fuori che Instagram accedeva alle fotocamere dei dispositivi anche quando non le si usavano per fare foto o selfie (Zuckerberg ha specificato però che si trattava di un semplice bug).
Non si trattava invece di un bug il fatto che TikTok, il nuovo social dei giovanissimi, leggeva il contenuto della clipboard dell’iPhone. Nella clipboard finivano tutti i testi, url o immagini copiate e poi incollate. Con iOS 14, una notifica avvisa gli utenti ogni volta che un’app accede alla clipboard.
Ci sono servizi come i browser per esempio, che leggono la clipboard per permettere di incollarne il contenuto nella barra di ricerca. Ma sono spuntate fuori una 50ina di app, tra cui TikTok e anche DAZN, che non hanno una reale necessità di effettuare questa funzione (e TikTok infatti è stata forzata a rimuoverla).
Conclusioni
Lo stesso Tim Cook già ci metteva in guardia nel 2019, affermando che i data broker e la rivendita dei dati personali sono “mali invisibili” del nostro mondo digitale.
Personalmente uso un iPhone ormai da diversi anni, reduce da una lunga esperienza su terminali Android, e ritengo che l’attenzione che gli smartphone Apple dedicano alla privacy degli utenti sia per varie ragioni superiore ai concorrenti.
I puristi della privacy obietteranno che i Big Tech per definizione non sono realmente interessati alla privacy degli utenti, mentre i fans di Android troveranno ragioni per sostenere il loro marchio preferito. La mia esperienza tuttavia non si basa ne su idee preconcette ne su tifo da stadio per un prodotto specifico, ma più semplicemente dal proficuo uso quotidiano.
A breve infatti tutti gli iPhone compatibili (a partire dal modello 6S del 2015) cominceranno a segnalare i comportamenti sospetti delle singole app tramite notifiche o indicatori.
Non resta che aspettare il nuovo aggiornamento iOS 14 ed acquisire consapevolezza e dimestichezza nell’uso di queste nuove funzioni messe a disposizione degli utenti a tutela della privacy.