DESI 2018: anziani e persone inattive fuori dalla strategia su competenze digitali
- Giugno 10, 2018
- by
- Enrico Alletto
Da poco è disponibile la relazione DESI 2018, Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società, che ha come obiettivo analizzare lo stato dell’arte sulla digitalizzazione dell’Europa e dei Paesi membri.
Connettività, capitale umano e competenze digitali, uso dei servizi Internet, integrazione delle tecnologie digitali (su imprese e e-commerce), e servizi pubblici digitali sono i 5 macro temi analizzati.
Va detto subito che l’Italia si colloca in quartultima posizione confermandosi 25esima nonostante alcuni piccoli miglioramenti rispetto al recente passato che non hanno comunque inciso nella classifica generale.
Connettività in crescita con il 5G
Il 2017 ha segnato l’inizio della fase di attuazione della Strategia nazionale per la banda ultra-larga.
L’Italia in questo settore si colloca tra i pionieri della tecnologia mobile 5G, grazie alle iniziative di test intraprese in varie città sia dal governo sia, a livello privato, dagli operatori. Di particolare interesse il piano governativo 5G in 5 città in cui sono coinvolte le aree metropolitane di Milano, Prato, L’Aquila, Bari e Matera o le sperimentazioni intraprese da Ericsson con TIM e Fastweb a Roma e Genova.
Manca una strategia per il Capitale Umano
Il dato più rilevante del DESI 2018 però resta quello che riguarda gli utenti di Internet: nonostante gli sforzi la percentuale nel nostro paese è rimasta stabile sia in termini assoluti che dal punto di vista della classifica, ma gli altri paesi hanno incrementato il distacco lasciandoci indietro.
Nel 2018, una nuova disposizione della legge di bilancio ha introdotto crediti d’imposta sulle spese sostenute per iniziative di formazione su discipline correlate a Industria 4.0 (Lavoro 4.0), ma gli effetti di questa misura devono però ancora essere misurati.
In ultima analisi l’Italia manca ancora di una strategia globale dedicata alle competenze digitali.
Questa lacuna penalizza ampi settori della popolazione come gli anziani e le persone inattive e finisce per ripercuotersi sull’uso, ancora molto scarso, dei servizi digitali pubblici o sviluppati da aziende private.
Uso dei servizi Internet senza progressi
Il nostro paese non è riuscito a fare progressi nella classifica DESI 2018 per quanto riguarda l’utilizzo di Internet, confermandosi al penultimo posto in classifica.
Lo dimostra il fatto che i servizi online come shopping online, eBanking e social network hanno segnato appena un lieve aumento, mentre la lettura delle notizie online si colloca al di sotto della media UE, forse come conseguenza del crescente utilizzo di servizi a pagamento da parte dei media.
L’unico servizio online che ha subito un incremento, sia pure a ritmo ridotto rispetto alla media UE, è l’utilizzo di chiamate e videochiamate.
Integrazione delle tecnologie digitali
Durante lo scorso anno, pur avendo fatto qualche progresso sul fronte dell’integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese, l’Italia è comunque retrocessa dal 19o al 20o posto in classifica, sempre perché nel frattempo altri paesi hanno registrato un’evoluzione più rapida.
Le imprese italiane si collocano al di sopra della media (con relativo avanzamento in classifica) per quanto riguarda l’utilizzo di soluzioni di eBusiness come scambio di informazioni elettroniche e RFID (Radio-Frequency IDentification).
Sul fronte dell’e-commerce, tuttavia, il quadro si presenta contraddittorio: a fronte di un incremento della percentuale di PMI che si dedicano ad attività di vendita online, anche a livello transnazionale, fa infatti da contrappeso una flessione delle vendite elettroniche nel nostro paese.
Servizi pubblici digitali a rilento
Quando si parla di eGovernment in Italia occorre prendere atto che si procede lentamente a conferma del 19o posto in classifica. Sul fronte open data si è invece registrato una notevole crescita: il paese ha infatti migliorato la sua posizione in classifica di 11 posti, superando così la media UE.
La disponibilità di servizi eGovernment (ad es. livello di completezza dei servizi online) è al di sopra della media, benché il livello di sviluppo dei servizi rivolti alle imprese è leggermente al di sotto della media.
La performance peggiore è ascrivibile ancora una volta alla categoria degli utenti eGovernment (competenze digitali di base) che scaraventa l’Italia all’ultimo posto in classifica fra i paesi UE.
Conclusioni
Secondo un rapporto ISTAT del 2018 gli italiani sono avanzati molto nell’uso dello Smartphone, ma restano “le abilità personali e gli usi che gli individui fanno delle tecnologie” a fare la differenza.
Ogni volta che si parla di banda ultra larga, di shopping online, eBanking, e-commerce, di app innovative, di servizi pubblici online, di Industria 4.0, di stampa 3D, di Big Data e molto altro occorre tenere bene a mente che tutti gli indicatori (DESI 2018) non fanno altro che dirci senza ombra di dubbio che al nostro paese serve (anche) una strategia globale dedicata alle competenze digitali di base che possa supportare anziani, inoccupati e fasce deboli semplicemente per dare un senso a tutte le innovazioni che gli enti pubblici, aziende e società civile si stanno sforzando di implementare spesso con ottimi risultati.